Il concerto dei R.E.M. a Catania con i Radiohead di spalla fu una vittoria del Sud

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Musica, TV e YouTube – Lost in YouTube: l’abitudine di guardare un video su YouTube e poi perdersi in un vortice temporale tra i video consigliati. Ripeschiamo perle perdute o dimenticate nel web.

Lost In YouTube: il 6 agosto 1995 Catania si posizionava al centro del mondo. I R.E.M. decidevano di fare la loro unica data estiva italiana allo Stadio Cibali. Francesco Virlinzi era il moto re e la mente che aveva fatto sì che questo accadesse. Nicholas David Altea ce lo racconta

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di Nicholas David Altea

Immaginate di essere un ragazzo o una ragazza catanese al mattino di domenica 6 agosto, nel 1995. Hai tutti (o quasi) i dischi dei R.E.M., alcuni in cd, altri in vinile, altri ancora su cassetta duplicata dall’amico più grande. Immancabile. Per una volta però, la band che vorresti vedere suona dietro casa. Non servono aerei, traghetti e pullman per poterli vedere. Suoneranno lì vicino, dove ogni tanto vai a vedere le partite del Catania, che quell’anno nel Campionato Nazionale Dilettanti si trovava di fronte a A.S. Messina, Canicattì, Agropoli, Rossanese e via dicendo. 1º posto nel girone I, e promozione in Serie C2. Animi già caldi in quell’estate catanese. Intanto la band di Athens è già in città con tanto di conferenza stampa mattutina nel palazzo degli Elefanti del Municipi. L’attesa cresce.

Quando per una volta sei tu, o meglio, la tua città è il centro del tuo mondo musicale, fa uno strano effetto. Ci sono concerti che restano scolpiti nella pietra. Milano, Roma, Firenze e Bologna, sono città che hanno lasciato impresso nella memoria di musicisti e fan una moltitudine di live e festival indimenticabili. La Sicilia, in generale, non è da meno: Iron Maiden e Frank Zappa per dirne qualcuno, oltre a tutti i bellissimi festival annuali che fioriscono. A Catania quel concerto è scolpito nella pietra lavica ai piedi dell’Etna, dove le difficoltà di fare qualcosa del genere sono triplicate: nel 1995 organizzare un live con i R.E.M. era una mezza vittoria già solo a pensarlo, figuriamoci metterlo in piedi, farlo funzionare e praticamente riempire uno stadio, il Cibali, quello che oggi chiamano Massimino. Un’ispirazione per la musica e i festival futuri dell’isola.

I R.E.M. E L’AMICIZIA CON FRANCESCO

Organizzare festival e concerti è un gesto di follia. Un sciagurata follia spinta dall’amore per la musica. Lo è oggi e lo era negli anni ’90, ancor di più in un’isola come la Sicilia, in cerca di rivincita dai momenti non proprio lucenti. E Francesco Virlinzi, promoter e appassionato di musica, aveva tutte le carte in regola con la pazzia per portare a Catania i R.E.M. Ma facciamo un passo indietro, perché sarà anche un luogo comune facilotto e scontato, ma l’incontro con la band di Athens capita per caso, quando un tornado nel 1985 cancella le date di Bruce Springsteen nel New Jersey, che Francesco e i suoi amici avevano raggiunto per vedere dal vivo. Con Springsteen c’era già un rapporto di amicizia tanto da essere invitato a seguire il tour proprio dal Boss. A causa del meteo non favorevole decisero, per così dire, di ripiegare sui R.E.M. di cui avevano sentito già parlare e ascoltato alcuni dischi, racconta l’amico Nico Libra*, proprietario all’epoca del negozio di dischi Musicland che ha chiuso nel 2013.

*[ndr nel video Francesco racconta però di una vacanza e del concerto dei R.E.M. che per caso andarono a vedere]

Si presentano, li conoscono e diventano gli amici siciliani dei R.E.M. Francesco è anche un buon fotografo e manda i suoi risultati agli uffici di Athens; gli scatti piacciono e lo invitano a seguire la band dal vivo in Europa. La passione cresce ancora e nel 1986 il viaggio negli USA è per loro: è l’anno del quarto album Lifes Rich Pageant, un disco che è quasi una reazione emotiva a Fables of the Reconstruction. Successivamente uscì anche un libro fotografico con gli scatti Francesco: il primo in assoluto sulla band, che ne seguì le lavorazioni, e che nella ripubblicazione in una nuova versione del 2003 aggiunse personalmente dei testi dedicati alla memoria di Francesco Virlinzi, scomparso prematuramente nel 2000.

Era un’amicizia fortissima: un giorno Francesco si vide recapitare uno dei sei premi vinti agli MTV Video Music Awards per il videoclip Losing My Religion, nel 1991. C’era un biglietto con scritto “Noi non amiamo queste cose ma siamo sicuri che tu apprezzerai“.

Qui sotto, durante le presentazioni di Out Of Time, nel 1991, Michael Stipe parla del libro:

La cosa più importante in una foto è il soggetto e Francesco è riuscito a catturare i soggetto più interessante al mondo: io.

Passano una decina di anni, Francesco nel frattempo continua a portare avanti il suo progetto musicale Sansone e i Filistei in cui suona la chitarra. Nel 1990 fonda l’etichetta Cyclope Records che negli anni produce il meglio degli artisti siciliani Carmen ConsoliMario Venuti, Kaballà, Moltheni, BrandoFlor e molti altri; oltre a lavorare con la Polygram e Polydor a livello distributivo.

(Credit: mariovenuti.com)

L’ATTESA DI CATANIA PER I R.E.M.

L’annata 1994-1995 per i R.E.M. non è da incorniciare: dopo la scomparsa dell’amico e attore River Phoenix nel 1993, arriva anche quella di Kurt Cobain dei Nirvana, entrambi grandi amici di Stipe. Dentro il disco Monster, pubblicato nel settembre 1994 e decisamente più ruvido del precedente, ci sarà un brano dedicato a loro due: Let Me In. I quattro musicisti è da circa sei anni che non sono in tour, dai tempi di Green per l’esattezza, fatte salve alcune apparizioni tv e ad Athens. Il tour primaverile di Monster sarà una via crucis: tre membri su quattro soffriranno di problemi di salute. Il primo sarà Bill Barry che durante la data di marzo a Losanna accusa problemi alla testa: gli sarà diagnosticato un aneurisma. Successivamente Mike Mills verrà operato all’intestino e Michael Stipe per un’ernia, ma malgrado tutto riuscirono a portare a termine quel tour da incubo.

Nella parte estiva del tour l’unica data italiana sarà per l’appunto Catania: un gesto di amicizia e di amore, verso la città e per l’amico Francesco che già dodici anni fa cercava di portarli lì:

I ragazzi hanno deciso di venire a Catania. Ti ricordi quando dodici anni fa ci chiedevi quanto costavamo, all’epoca erano 3.000 dollari.

Così Catania per una notte diventerà centro d’Italia con fan che arriveranno da tutto il mondo. Giornalisti che per una volta avrebbero dovuto fare molti più chilometri del solito. Ben oltre Roma, addirittura in un’isola. Un concerto che riposiziona la città di Catania nella cartina geografica della musica rock – in senso ampio. E la frase giusta la pronuncia sempre Virlinzi:

Questa non è la data di Catania, ma è di tutta la Sicilia, del Sud

Su Sicilian Post sono arrivate anche le parole di Michael Stipe e Bill Barry.
Il primo ricorda con piacere quell’esperienza e quell’amicizia inossidabile

Abbiamo voluto tutti così bene a Francesco Virlinzi… Amavamo la sua energia e il suo entusiasmo per la musica e l’arte. Per la vita, in generale. Era un nostro amico, non un fan. Mi aveva affascinato con le foto che ci aveva scattato e che rispecchiavano il nostro stile psichedelico di quel tempo. Ci aveva tanto parlato della sua terra che noi volevamo suonare in Sicilia: il concerto di Catania resterà sempre nei nostri ricordi

Bill Barry, il batterista, racconta dei giri per la città:

Così l’abbiamo esplorata con lui, ammirando luoghi bellissimi e conoscendo persone generose e cordiali […] L’hotel era spettacolare (era un antico monastero?). Immerso nel villaggio di montagna di Taormina. E i Radiohead hanno suonato con noi, un momento clou

Mentre il giornalista Giuseppe Attardi di Sicilian Post racconta di un divertente aneddoto, ossia l’incontro con Nino, proprietario di una popolare trattoria etnea, che affibbiò uno scappellotto a Michael Stipe quando osò mettere il parmigiano sugli spaghetti con il pesce: “Pezzu d’amiricanu, comu ci putisti mettiri ‘u fummaggiu ‘cca supra?!“.

Peter Buck ricorda ancora:

Ricordo di aver guardato la gente che entrava nello stadio, il livello di eccitazione e il pubblico che quella sera avrebbe potuto essere il migliore davanti a cui abbiamo mai suonato. Ricorderò quella sera per sempre, e penso ancora con affetto al tempo passato in Sicilia!

E Mike Mills non è da meno:

Dall’accoglienza, al cibo, allo spettacolo, è stato un momento indimenticabile

Un ricordo indelebile nelle frasi che ha mandato Bertis Downs (manager storico della band e consulente) alla mamma di Francesco Virlinzi, in occasione dei 25 anni.

IL CONCERTO DEI R.E.M. E I RADIOHEAD DI SPALLA

12mila biglietti venduti ma in totale ne entrarono ben di più: si dice circa 20mila, come racconta Nico Libra. Uno stadio Cibali con giornalisti, addetti ai lavori da tutta Italia. Fan dal tutto il mondo.

In apertura i Flor (già Flor del Mal), band rock alternativa catanese prodotta dalla Cyclope Records che nel 1991 esordiva con il primo album omonimo, e nel 1993 con Revisioni inanellava due collaborazioni niente male: Peter Buck e Natalie Merchant dei 1000 Maniacs, riscuotendo un buon seguito anche all’estero. E dopo di loro c’erano i Radiohead, sì, proprio quelli di Thom Yorke che con la loro Creep stavano facendo impazzire l’Europa da almeno 3 anni. The Bends, il loro secondo disco, è uscito da qualche mese e non aveva lasciato delusi i fan di Pablo Honey. Le aspettative erano alte, forse non saranno un fuoco di paglia. Dureranno di più. E infatti… A Catania la band di Oxford è un po’ più defilata, se ne sta per i fatti propri all’ombra dei R.E.M. Dal vivo suoneranno circa 39 minuti di live: My Iron Lung, Bones, High and Dry, Creep, Bullet Proof..I Wish I Was, The Bends, Street Spirit (Fade Out), Just, Fake Plastic Trees.

E poi? Beh, il momento più atteso e agognato: i R.E.M a Catania. Un sogno che per molti diventa realtà. Attaccano con What’s The Frequency Kenneth?, traccia di apertura di Monster. E si scatena il delirio. Nel live proporranno anche quattro inediti Wake Up Bomb, Undertow, Departure e Revolution. I primi tre finiranno in New Adventure in Hi-Fi dell’anno successivo. Revolution la ritroveremo nella colonna sonora di Batman e Robin due anni più tardi. Chiudono la scaletta con It’s the End of the World as We Know It (And I Feel Fine). E per una sera Catania è la fine del mondo, i sogni di Francesco Virlinzi e di una Sicilia che ci credeva sono tutti lì. L’Etna va in secondo piano, perché per una notte il cratere più bollente è in uno stadio. Ed è il caso di dirlo: “Clamoroso al Cibali”.

La scaletta dei Radiohead

What’s the Frequency, Kenneth?
Crush With Eyeliner

Drive
Disturbance at the Heron House
Me in Honey
Try Not to Breathe
The Wake-Up Bomb
Bang and Blame
Undertow
I Took Your Name
Strange Currencies
Revolution
Tongue
Man on the Moon
Country Feedback
Half a World Away
Losing My Religion
Departure
Finest Worksong
Get Up
Star 69

Encore:
Let Me In
Everybody Hurts
Fall on Me
Pop Song 89
It’s the End of the World as We Know It (And I Feel Fine)

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