Home Magazine In edicola Rumore 336 | Gennaio 2020 – 40 anni di R.E.M.

Rumore 336 | Gennaio 2020 – 40 anni di R.E.M.

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Cominciamo il nuovo anno con una ricorrenza. 40 anni fa nascevano i R.E.M., primavera del 1980. Abbiamo così approfittato dell’occasione per fare un viaggio dentro la storia della band originaria della Georgia. Complice la recente ristampa dell’album Monster, Carlo Bordone ha attraversato la vicenda del gruppo di Michael Stipe per provare a spiegarne l’importanza e la centralità nella storia del rock. Appena qualche mese fa lo stesso Michael Stipe era passato da Roma, e la nostra Letizia Bognanni l’aveva intercettato. Così, tra la ristampa deluxe di uno dei dischi più controversi del quartetto (poi trio) di Athens, una playlist articolata e ragionata nel catalogo minore della band, un soggiorno capitolino del leader della formazione, abbiamo ricostruito l’epopea di uno dei gruppi che più ha segnato il rock mondiale tra gli anni ’80 e il principio del nuovo millennio. Da qui comincia il primo numero dell’anno e del nuovo decennio di Rumore.

A proposito di storia del rock: Hunter Hunt-Hendrix, con quel nome che mischia assieme sacro e profano della storiografia letterario/musicale, è quello che potremmo definire l’intellettuale del black metal. Ormai da anni, con il suo progetto denominato Liturgy, porta avanti un sofisticato discorso di allargamento del genere, cosa che gli riesce più che mai con il nuovo album autoprodotto. Un superamento che ci mostra i Liturgy nel loro massimo splendore. Andrea Valentini ha realizzato una lunga intervista con l’uomo a capo di tutto il progetto.

Anno nuovo, nuova guida pratica allegata a Rumore. A sei mesi di distanza dal suo ultimo libro scritto per noi, torna a colpire in edicola Diego Ballani. Questa volta l’occasione era troppo ghiotta per essere ignorata. Decennio appena finito, quello che comprendeva gli anni ’10. Così abbiamo deciso di provare a catalogare i nostri 50 + 50 classici degli ultimi dieci anni. Invece di concentrarci sui dischi minori abbiamo però voluto partire proprio dai capolavori o presunti tali, a giudizio della redazione. Come al solito non mancheranno le discussioni: ma si sa, le liste sono fatte apposta per essere corrette, aggiornate, smontate, e, soprattutto, per aprire squarci e suggestioni rispetto a opere che magari fino a ieri non conoscevamo neanche o avevamo preso sotto gamba. 50 x ’10 è allegato al giornale di questo mese, gennaio 2020.

Lucio Corsi è il buttero della canzone d’autore italiana. Protetto e prodotto dal corregionale Francesco Bianconi dei Baustelle, esce finalmente allo scoperto con il disco in grado di affermare il suo talento su larga scala. Cosa Faremo Da Grandi è il titolo del suo nuovo album: e alla domanda esistenziale l’autore risponde avendo Barbara Santi come interlocutrice.

I social media, non è certo una notizia, stanno al centro di ogni dibattito sulla contemporaneità. Un bene? Un male? Un male necessario? Specchio del narcisismo e individualismo odierno o democratica piattaforma di comunicazione dal basso dove ognuno può dire ed essere finalmente ciò che vuole? Nicholas David Altea e Letizia Bognanni hanno chiamato in causa alcuni totem della musica italiana (da Emidio Clementi a Federico Fiumani, da Bugo a Cristiano Godano fino a Giorgio Canali) oltre a esperti e fan base (AF GANG – Idles Community) per cercare di capirne di più e farsi raccontare da loro un punto di vista interno. Ne è venuta fuori, alla fine, una vera e propria inchiesta sul tema dei temi, ma applicato alla musica. All’opposto dei social media c’è chi invece – come l’enigmatico produttore elettronico inglese Burial – preferisce utilizzare una strategia dell’invisibilità, alimentando il proprio mito, status e personaggio proprio non mostrandosi mai, come alcuni altri, da Aphex Twin a Liberato. Giorgio Valletta e Mauro Fenoglio ci aiutano a comprendere le ragioni di ognuno, in questo articolato dibattito.

Capitolo playlist: non possono mancare a gennaio – come da tradizione – le classifiche riassuntive del 2019 appena trascorso, a cura di tutti i collaboratori della rivista, voce per voce, firma per firma. 10 dischi a testa fra le novità che hanno caratterizzato l’anno appena concluso.

Scriviamo poi delle ultime uscite editoriali relative a mostri sacri della musica come Caetano Veloso e Tom Zé. Recensiamo il nuovo romanzo del musicista e (sempre più) scrittore americano Willy Vlautin. Siamo andati a vedere dal vivo un paio di festival: Transmissions a Ravenna e Transmusicales a Rennes, in Francia. Ricostruiamo la vicenda dei Pale Saints, inglesi a cavallo tra shoegaze e pop una trentina di anni fa ormai. Fra le interviste spiccano poi quelle a futuri e sicuri protagonisti della musica come Lankum, Leeched, Sam Fender e Pufuleti. Con il nuovo anno termina la corsa di “Identità di genere”, una delle rubriche di Maurizio Blatto. Prontamente però sostituita da una nuova rubrica, firmata dal suo stesso autore. Si chiama “Gente sola (ma non troppo)” e si ripropone quanto in oggetto: ossia raccontare le vicende di dischi solisti dimenticati o quasi.

Il disco del mese è quello dei misteriosi britannici Sault. Mentre fra le uscite italiane spicca il ritorno dopo anni di silenzio del duo The Dining Rooms. Recensiamo inoltre le nuove uscite di Ben Watt, Algiers, Lee “Scratch” Perry, Wire, Salmo, Nicolas Godin, Bill Fay, Bombay Bicycle Club, Gianni Maroccolo, Coldplay, Georgia, Tha Supreme, Animal Collective, Stormzy, Pet Shop Boys, Idles, Mariposa, Terry Allen, Test Dept, The Orwells etc. A questi si aggiungono, fra le altre, le ristampe di Massimo Volume, The Rolling Stones, Eminem, Prince, Arthur Russell.

“Rumore” 336, gennaio 2020, è in edicola: al prezzo, inclusa la guida allegata, di 9 euro. Disponibile anche la versione app, per tutte le piattaforme. Buona lettura!

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