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I 20 dischi più attesi di settembre 2019

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Scopri quali erano i dischi più attesi nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto e settembre.

Venerdì 6 settembre

Bat for LashesLost Girls (AWAL)
A tre anni da The Bride, Natasha Khan torna con Lost Girls, “un gioco di specchi su cui riflettono bagliori di synth e bassi pulsanti a creare un’aria pacificatrice e leggerissima. Su tutto si staglia la voce di Natasha, una melodia con parole allungate e in qualche caso quasi bisbigliate”.

Iggy PopFree (Loma Vista/Caroline International)
“Un disco in cui altri artisti parlano per me, ma io presto la mia voce. Alla fine del tour di Post Pop Depression, ero sicuro di essermi liberato del problema dell’insicurezza cronica che mi portavo dietro nella vita e nella carriera da troppo tempo. Ma mi sentivo anche prosciugato. E sentivo di volermi mettere in ombra, voltarmi e andare via”.

Post MaloneHollywood’s Bleeding (Republic)
Anticipato dal singolo Circles, il nuovo album di Post Malone vanta una ricchissima lista di featuring: fra gli altri ci sono Ozzy Osbourne, SZA, Halsey, Travis Scott, Meek Mill, Young Thug, Future.

Lower DensThe Competition (Ribbon)
“Un album pop con un concept dall’urgenza sia sentimentale che politica, che fa i conti con il capitalismo moderno e i suoi effetti psicotici. Le sue 11 canzoni vanno dal personale al politico, ma soprattutto esprimono un’epifania: hai bisogno di compassione radicale per te stessose vuoi reimmaginare la società”.

Venerdì 13 settembre

Alex CameronMiami Memory (Secretly Canadian)
“Il talento di Cameron per la narrazione e i personaggi è ancora ben in mostra; ma il narratore più frequente in Miami Memory è, per la prima volta, lo stesso Cameron – che canta con incredibile candore della sua relazione di tre anni con la ragazza”.

Belle and SebastianDays of the Bagnold Summer (Matador)
La colonna sonora del film diretto da Simon Bird tratto dalla graphic novel di Joff Winterhart del 2012, contiene undici nuovi brani e nuove versioni di Get Me Away From Here I’m Dying e I Know Where The Summer Goes.

Chelsea WolfeBirth of Violence (Sargent House)
“In passato”, racconta l’artista, “scrivevo le mie canzoni in modo molto androgino, fra i diversi generi. Ma nell’ultimo Hiss Spun e in Birth of Violence ho scritto di più dalla prospettiva femminile del navigare in questo mondo come donna”.

Devendra BanhartMa (Nonesuch) Un disco che “affronta – spesso in modo seducentemente obliquo – la natura incondizionata dell’amore materno, il desiderio di allevare, il tramandarsi della saggezza, la voglia di stabilire la relazione fra madre e figlio, e le conseguenze della rottura di questo legame”.

MetronomyMetronomy Forever (Because)
La lunghezza dell’album, spiegano i Metronomy, “nasce dal desiderio di respirare, dal non voler mettere insieme hits come un bouquet di rose al distributore di benzina – un modo moderno di ascoltare la musica”.

Mike Patton & Jean-Claude VannierCorpse Flower (Ipecac)
“Io e Jean-Claude ci siamo incontrati mentre lavoravamo insieme a una retrospettiva su Gainsbourg all’Hollywood Bowl nel 2011. Abbiamo legato immediatamente. Abbiamo parlato vagamente di lavorare insieme in futuro… e c’è voluto un po’, ma qualche anno dopo l’ho contattato e abbiamo iniziato ad accendere qualche scintilla”.

PixiesBeneath the Eyrie (Infectious)
“Beneath The Eyrie riprende la furiosa velocità, l’inventiva senza limiti e l’estetica vivida e avvolgente dei leggendari primi album dei Pixies senza sentire il bisogno di ricrearli. Viscerale, cinematico, ma stranamente familiare, racconta storie di streghe, Daniel Boone, disadattati e altri personaggi”.

KazuAdult Baby (Adult Baby)
“Un titolo che può essere interpretato in vari modi: qualcuno penserà che è curioso, altri erotico, altri ancora strano o tenero, dipende tutto da come lo vedi”, per un esordio benedetto da ospiti come Ryuichi Sakamoto, Mauro Refosco e Ian Chang.

(Sandy) Alex GHouse of Sugar (Domino)
Il nono album di (Sandy) Alex G “emerge come il suo lavoro più meticoloso e coeso: una dichiarazione di intenti artistici, che mostra un grande orecchio sia per i tormentoni che per l’arditezza sonora”.

Venerdì 20 settembre

FoalsEverything Not Saved Will Be Lost – Part 2 (Warner)
“È più pesante”, spiega Yannis Philippakis, “le chitarre sono in primo piano e ce ne sono di più. C’è una fantastica space jam di 10 minuti – come uno Stanley Kubrick prog epic – e ci sono grandi riff per tutto il disco. È abbastanza diverso dalla prima parte, che era più dancey e new wave”.

Liam GallagherWhy Me? Why Not. (Warner)
Per il titolo del suo secondo lavoro solista, Liam Gallagher è stato ispirato da John Lennon, più precisamente da un dialogo artistico con annesso scambio di ritratti di Lennon avuto con Yoko Ono.

M83DSVII (Mute)
“L’ispirazione per questo disco viene principalmente dalla musica per videogame. è stato rigenerante giocare di nuovo a quei vecchi giochi. C’è qualcosa di ingenuo e commovente in loro. Sono semplici e imperfetti. Ed è esattamente quello che volevo raggiungere con DSVII“.

Vivian GirlsMemory (Polyvinyl)
Le Vivian Girls tornano a cinque anni dallo scioglimento, ma non chiamatela operazione nostalgia: “Il nuovo disco è tutt’altro che una piacevole reminiscenza. L’oscurità latente che ha sempre infestato i loro dischi si mostra pienamente. Le Vivian Girls sono tornate e non hanno dimenticato quello che hanno passato”.

Venerdì 27 settembre

Moon DuoStars Are the Light (Sacred Bones)
“Noi siamo cambiati”, spiega la metà dei Moon Duo Sanae Yamada parlando del nuovo album, “la natura della nostra collaborazione è cambiata, il mondo è cambiato, e noi vogliamo che la nuova musica rifletta tutto questo”.

OpethIn Cauda Venenum (Moderdolaget/Nuclear Blast)
“Per noi, in questa fase”, spiega il frontman Mikael Åkerfeldt “la pesantezza non sta in chitarre accordate basse e voci urlate. È una missione impossibile essere il più pesante. È già stato fatto prima. Nel corso del tempo, mi sono stancato di quell’etichetta”.

65daysofstaticreplicr, 2019 (Superball)
“Questo doveva essere il futuro, ma il futuro è stato cancellato. La storia si muove ma non ha nessun posto dove andare. Il disco parla di questo. Questa atemporalità è un’illusione, è la logica culturale del tardo capitalismo, che consuma tutto sempre più velocemente”.

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