Home Speciali Liste e classifiche I 20 dischi più attesi di giugno 2019

I 20 dischi più attesi di giugno 2019

0

Venerdì 7 giugno

Cave InFinal Transmission (Hydra Head)
Ultimo album con Caleb Scofield, di cui Stephen Brodsky racconta: “quando rileggo le nostre email sui demo, Caleb aveva un’idea molto definita su come guidare tutta la cosa. Voleva qualcosa che fosse arioso, pesante, un po’ strano, ma con belle melodie”.

JambinaiOnda (Bella Union)
“Dopo il tour del 2017”, dice il frontman Lee, “ho viaggiato per un mese. Ero preoccupato per il futuro perché avevo lasciato il lavoro per la band ma non avevo molti soldi e il tour era stato duro. Ma poi ho visitato il Grand Canyon e sembrava che la natura mi dicesse “stai andando bene”.

Charles Hayward(Begin Anywhere) (Klanggalerie)
“Siamo dalle parti del Peter Hammill più minimale”, scrive il nostro Alessandro Besselva, “del Robert Wyatt su Rough Trade, una essenzialità priva di compromessi sostenuta dalla consapevolezza che “la canzone è il centro della musica”.

NebulaHoly Shit (Heavy Psych Sounds)
“Holy Shit è il primo LP dei Nebula da Heavy Psych del 2009, e mette subito da parte la domanda che incombeva da quando il chitarrista/cantante Eddie Glass, il bassiste Tom Davies e il batterista Michael Amster hanno annunciato la reunion. I Nebula sono ancora i Nebula”.

Vanishing TwinThe Age Of Immunology (Fire Records)
Ispirato all’omonimo libro dell’antropologo A. David Napier, The Age Of Immunology “è la colonna sonora di chi vive ancora nel sogno pluralista, dove l’altro è qualcuno da abbracciare e da cui imparare, non da isolare e distruggere”.

FirespawnAbominate (Century Media)
“Risuonano i Judas Priest ovunque”, scrive il nostro Mario Ruggeri, “ma anche la riscoperta di un doom esacerbato, violento e profondo. Come se il puro metal fosse portato alle sue estreme conseguenze. E il risultato è veramente grandioso”.

The Divine ComedyOffice Politics (Divine Comedy Records)
“Ci sono i synth. E brani sui synth. Ma niente panico”, rassicura Neil Hannon, “ci sono anche chitarre, orchestre, fisarmoniche e canzoni sull’amore e sull’avidità”. Insomma il classico, bizzarro, “lungo”, colto e divertente alla Divine Comedy.

Lust for YouthLust for Youth (Sacred Bones)
“Lust for Youth vede Hannes Norrvide e Malthe Fischer procedere con andature familiari ma per andare in altri posti. Composizioni pop più brillanti che si agitano in una produzione complessa. Non ci galvanizzano più con i ritornelli, ma con una scrittura senza ansie”.

Peter Perrett – Humanworld (Domino)
“Questo disco”, dice Perrett del suo secondo lavoro solista, “ è più urgente e le canzoni sono più concise. Non mi piace usare parole come evoluzione ma spero che nei suoni e nelle trame sia più interessante di How The West Was Won”.

Venerdì 14 giugno

BaronessGold & Grey (Abraxan Hymns)
“Il nostro obiettivo”, dice il frontman John Baizley, “è, era e sarà sempre scrivere canzoni sempre più trascinanti e oneste, e sviluppare un sound unico e provocatorio. Sono sicuro che abbiamo appena finito il nostro album migliore e più avventuroso”.

Bill CallahanShepherd In A Sheepskin Vest (Drag City)
“La voce che mormora nel tuo orecchio, con storie senza senso e altri racconti, è un vecchio amico che sei felice di risentire. La versione gentile e stralunata della musica folk e roots di Bill non ha eguali; frammenti di immagini, melodie e arrangiamenti improvvisamente diventano veri incontri umani”.

Calexico/Iron&WineYears To Burn (City Slang)
“La vita è dura”, dice Sam Beam, “Fantastica. E spaventosa. Ma può sollevarti se glielo permetti. Questo è ciò di cui scriviamo adesso io e Joey. E il titolo può racchiudere molte cose. Può significare che sei presuntuoso. Oppure, dobbiamo bruciare la nostra vita, essere ispirati”.

Kate TempestThe Book of Traps and Lessons (Caroline International) Prodotto da Rick Rubin insieme al collaboratore di lungo corso Dan Carey, il nuovo album di Kate Tempest ha un preciso filo narrativo e va ascoltato tutto, come è giusto che sia per il lavoro di una musicista/artista/poetessa/scrittrice/drammaturga.

Noel Gallagher’s High Flying BirdsBlack Star Dancing (Sour Mash)
Un EP “capace di unire le influenze di Bowie, INXS, U2, Queen, Indeep e ZZ Top… devo aver guardato troppo Top Of The Pops ultimamente… comunque, è una droga, non lo dico io, sono parole di Nile Rodgers, che si è letteralmente messo a ballare nello studio quando l’ha sentito!”

Venerdì 21 giugno

HatchieKeepsake (Heavenly)
Un debutto molto atteso quello della cantautrice australiana Harriette Pilbeam in arte Hatchie, dopo l’EP Sugar & Spice, che un anno fa aveva fatto alzare le antenne a tutti gli amanti del dream pop di scuola anni 90.

Hot ChipA Bath Full of Ecstasy (Domino)
“A Bath Full of Ecstasy si aggira tra l’evasione e la creazione di un senso di unione e solidarietà. Penso che tutti siano appesantiti dai problemi che affrontiamo come pianeta in questo momento, sia che si tratti di questioni ecologiche o politiche, è facile sentirsi impotenti ed è facile che quella depressione prenda il sopravvento”.

The RaconteursHelp Us Stranger (Third Man Records)
Altro disco molto atteso quello della superband di Jack White, Brendan Benson, Jack Lawrence e Patrick Keeler, che non si rifaceva viva da oltre dieci anni: Consolers of the Lonely, il secondo album, era uscito nel 2008.

Titus AndronicusAn Obelisk (Merge)
Prodotto da Bob Mould, il nuovo lavoro dei Titus Andronicus è stato lanciato in modo decisamente originale: con l’episodio pilota di una sit-com in cui si ascoltano i due singoli Just Like Ringing a Bell e Troubleman Unlimited,

Bad BreedingExiled (One Little Indian)
Un album che affronta a modo suo, con “toni urlanti su un nervoso scontro di di anarco-punk, hardcore e noise rock”, gli ultimi 12 mesi di notizie sulla politica britannica (e non solo), rapide, in continuo mutamento, e a dir poco grottesche.

Paranoia GodardConcezione
Il primo album di Paranoia Godard, duo italo-tedesco formato dall’attore Godehard Giese e Marco Brosolo, che pochi anni fa aveva stupito piacevolmente con il suo disco d’esordio, è un disco che ha in sé “la luccicanza”.

Exit mobile version