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Intervista: Be Forest

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di Nicholas David Altea

Dei Be Forest (qui sopra nella foto di Elena Len) ho un’immagine ben impressa nella mia mente: risale al 2011, Handmade Festival di Guastalla, nella più profonda campagna emiliana in mezzo ai campi pronti per il raccolto. Già, quel live fu una ventata gelida di cupa wave e shoegaze algido, nel caldo pomeriggio di quel primo maggio. Sono passati tre anni e la band pesarese, composta da Costanza Delle Rose (voce e basso), Nicola Lampredi (chitarra) e Erica Terenzi (batteria), è mutata e – come era giusto che fosse – ha ampliato le vedute e ne ha tirato fuori nuove linee: più morbide e meno pungenti. Un demo, un primo album Cold (2011) e l’ultimo, Earthbeat, uscito quest’anno sempre per WWNBB, li ha portati alla fase successiva: quella dove l’urgenza la metti un po’ da parte, dove sulle cose e sui particolari ci inizi a ragionare di più, dove tutto procede più lentamente, ma con maggior coscienza delle proprie capacità, anche a discapito di quell’impatto immediato che spesso fa comodo ad un primo ascolto. La crescita della band prosegue e ne abbiamo parlato con Nicola Lampredi, chitarra del gruppo (anche nei Brothers In Law), per farci spiegare cosa c’è di nuovo, come è passato il tempo e come sta andando il tour in Europa.

Siccome siete freschi di tour europeo, come è andato e come procede quest’ultima serie di date primaverili?

Nicola Lampredi: “Il tour in Europa è andato e sta andando molto bene! Non ce lo aspettavamo. Ci stiamo divertendo molto e io, se potessi, starei in tour per tutta la vita.”

Che differenze avete trovato, tra il resto d’Europa e l’Italia, nell’approccio della gente ai live?

Nicola Lampredi: “In Italia sono sempre andate bene le date, ma all’estero, il pubblico sembra apparentemente più interessato, anche se non ti conoscono e ti vedono per la prima volta.”

Il vostro primo album, Cold (2011), ha avuto ottimi riscontri. Il secondo lavoro è sempre un passo difficile. Come è stata la lavorazione di Earthbeat (2014)?

“Rispetto al primo disco è stato tutto più ragionato, c’è più lavoro e poi da tre, siamo diventati quattro nel gruppo. Appena abbiamo deciso di registrare il secondo album, eravamo tutti dell’idea di far qualcosa di diverso. Eran passati due anni e volevamo qualcosa di nuovo: ci sono synth, percussioni più tribali. Quindi è un po’ più pensato rispetto al primo, che era venuto fuori di botto. “

Si sente molto una certa distensione in tutto Earthbeat, soprattutto rispetto ai brani più spigolosi, come lo erano Florence o Thrill. Qui la voce di Costanza è più calda.

“È vero, ogni elemento ha avuto un suo cambiamento: la chitarra, che per quanto sia sempre riverberata ed effettata ora suona più calda, la batteria che ha questi ritmi più primitivi e il rullante suona molto meno freddo.”

Non è mai facile aggiungere un nuovo componente ad un trio ben affermato e solido come il vostro. Da poco, con voi, c’è Lorenzo Badioli che si occupa dei synth e dei suoni elettronici. Come si è inserito il quarto Be Forest?

“In passato Lorenzo aveva fatto un remix di Florence, ci era piaciuto molto e abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea averlo con noi. Volevamo queste atmosfere un po’ sintetiche, gli abbiamo chiesto se gli andava di iniziare a provare insime e le cose sono andate bene da subito.”

C’è qualcosa che vi ha influenzato fortemente nella composizione di questo disco?

“Qualche cambiamento sulle ritmiche si sentiva già in qualche brano di Cold. Ultimamente io mi ero messo ad ascoltare un po’di musiche degli indiani d’America e qualche influenza arrivata anche da lì.”

Qualche effetto e qualche suono, ma anche il titolo della traccia, Totem, riporta un po’ agli indiani d’America.

“Sì, certo, anche il pezzo Captured Hearts è un riferimento a quello: è parte del titolo di un film di Jerry London, Stolen Women: Captured Hearts (1997) (in Italia uscito come La scelta di Anna) che tratta di una tribù di nativi d’America.”

Nel video di Captured Hearts appunto, questo tema della grande famiglia risalta molto.

“È vero, volevamo dare un po’ l’idea di una tribù, ma più attuale.”

Quanto incide la città di Pesaro, con i suoi influssi negativi o positivi, sulla vostra musica?

“Non saprei, negli ultimi anni si è creata una scena a Pesaro con questi tipi di suoni. A Pesaro però ci sono un sacco di band di qualsiasi genere. Sarà lo spirito di Rossini!”

Come cresce un pezzo vostro? Come lo lavorate?

“Di solito si parte da un riff di chitarra o un giro di basso e un beat di batteria, le linee vocali e i testi, che scrive Costanza, arrivano sempre dopo e si appoggiamo di conseguenza sulle sensazioni che provoca il pezzo. I testi sono introspettivi, parlano quasi sempre di cose personali: momenti particolari come solitudine, paura e amore.”

C’è stato un momento, nella vostra ancor breve avventura musicale, che sicuramente è stato un po’ uno spartiacque, una tappa cruciale: mi riferisco al tour europeo di spalla agli americani Japandroids nel 2012. Come era nata e come era stata quella esperienza?

“Sicuramente è stato il momento più bello dei Be Forest. Non ci saremmo mai immaginati di arrivare con una cover (I Quit Girl) a loro e che il loro manager ci contattasse due settimane prima del tour per fargli da supporto. Son cose che non capitano tutti i giorni ed è stata una bella sorpresa.”

Cosa vi ha fatto capire e cosa avete imparato dal tour coi Japandroids?

“Sicuramente abbiamo appreso la professionalità di una band come loro, anche in piccoli particolari: organizzare il merch in una certa maniera, il tour book e la cura per il soundcheck.”

E il momento migliore di quelle date?

“Suonare con loro I Quit Girl sul palco del Covo Club di Bologna è stato veramente emozionante. Sicuramente la cosa più forte di tutto.”

Qui potete vedere le prossime date della band

08/05 – Slovacchia – Trencin
09/05 – Vigevano (PV) – Circolo Cooperativa Portalupi
10/05 – Milano – Pop Days, Ligera w/ The Proctors
04/06 – Marina di Ravenna (RA) – Hana Bi, Beaches Brew Festival w/ Cloud Nothings, Pond, Suuns, Dj Fitz
16/07 – Padova – Radar Festival w/ Slowdive, Soviet Soviet, Brothers In Law

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