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Rumore 268 | Maggio 2014

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Il numero 268 di Rumore – maggio 2014 – parte da una domanda apparentemente banale. In un mondo della cultura e dello spettacolo ormai post-ideologico, che ne è di quelle categorie critiche di riferimento così comode – almeno fino a 5-10 anni fa – che dividevano il bene dal male? Il commerciale dall’indipendente? Il bello dal brutto? Il reazionario dall’innovativo? E poi chi le stabilisce oggi le regole del business musicale su base mondiale? Siamo così sicuri che alcuni dei suoni che per scelte e coraggio si sono contraddistinti come radicalmente alternativi a partire dai primi ’90 siano ancora tali? Una volta il mondo della musica “ufficiale” andava a sfamarsi a casa dell’underground. Ma oggi è ancora così? Oppure nel “mischione” generale succede il contrario; ossia che il concetto di pop (e le modalità di marketing dell’hip-hop, per dire) è stato sdoganato a livello planetario e gli artisti di nicchia stanno semmai più attenti a produzioni dominate dalla nozione di smash hits?

Nel porci questa domanda abbiamo deciso di mettere in copertina un volto emblematico per questo ragionamento. Quello della svedese Lykke Li. Artista emersa dalla Svezia (forse il centro nevralgico di tutto questo ragionamento) anni fa, dal mondo indipendente. Ma divenuta un caso qualche anno fa grazie all’inatteso successo del singolo (e del suo remix) I Follow Rivers. Torna in questi giorni con il suo terzo attesissimo album ed Emanuele Sacchi l’ha intervista in esclusiva per noi. Prima però tutto un articolato ragionamento su questo incrocio di linguaggi, alto e basso, a firma di Giona Nazzaro, Luca Beatrice e Francesco Farabegoli.

Che dire, dove inserire, per esempio, un gruppo come gli Horrors, in Inghilterra ormai fenomeno da classifica, giunti a completa maturazione col nuovo album e da noi intervistati questo mese. Così come, per tornare alla teoria e alla critica, Jim DeRogatis, firma storica del giornalismo americano, interrogato da Daniele Cianfriglia.

Una vocazione da sempre “minoritaria ” è quella degli Eyehategod, gruppo alla base del suono sludge e che ritorna dopo numerosi anni di silenzio.  Si sono guadagnati un meritato approfondimento, così come i concettuali Ninos Du Brasil di Nico Vascellari, alla conferma con il secondo album. L’area delle ristampe è invece dedicata alle storie emergenti dal post-punk americano di Toiling Midgets ed X_X, raccontate da Claudio Sorge.

Oltre alle consuete rubriche analizziamo poi i nuovi dischi di Swans, Itch, tUnE-yArDs, Baseball Project, Pierpaolo Capovilla, Sharon Van Etten, Bo Ningen e altri.

Rumore 268, maggio 2014, è in edicola e in formato digitale da ora. Buona lettura!

RUBRICHE:

L’EDITORIALE: Lettere al direttore.
NEWS: Maurizio Blatto ricorda Enrico Fontanelli / Thurston Moore / Gwar / Touché Amoré / Mac DeMarco
RADICI: Nada
FOTOROMANZO: The Black Keys
MY TUNES: Amor Fou
VITE CHE NON SONO LA MIA: Boduf Songs
FUTURA: Melanie de Biasio / Sohn / Amazing Snakeheads / Claver Gold/ Eagulls / Messenger
IN ITALIA
GLOBO
DISCO DEL MESE: Itch
DISEGNINI: John Frusciante

RECENSIONI

TREECOLORE: Cagna schiumante
SINGOLARE
FLASHBACK: The Clientele
RETROPOLIS: Toiling Midgets / X_X
DAL VIVO: Transmissions VII / King Krule
VISIONI: Nymphomaniac / The Grand Budapest Hotel / Noah / Captain America / Divergent / Song E’Napule / In grazia di Dio
TRANSMEDIA EXPRESS: Il Wu-Tang Style e lo scettro del Marchese del Grillo
DVD: Pink Floyd / Menhaj Huda / Peter Gabriel / A Musicians Tribute to Bruce Springsteen
LETTURE: Fabio Deotto
ILLUSTRATO: Zio Ziegeler
FUMETTI: Tuono Pettinato / Jan Strnad + Richard Corben / U.D.W.F.G. / Apuckalypse
ICONA: Musica per dormire
HI-TECH
BANDA LARGA: Scienza fantastica

 

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