Intervista: Curtis Harding

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di Davide Deiv Agazzi

O tutto o niente, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Sembra un po’ questa la direzione intrapresa dal soul man (definizione dannatamente riduttiva, in questo caso, ma inevitabilmente funzionale) Curtis Harding, alle prese col suo nuovo – secondo – album, uscito il 27 ottobre, su etichetta Anti- e che lo vedrà in Italia per una sola data il 26 novembre al Circolo Magnolia di Segrate (MI). Face Your Fear è il suo nome, un attestato di intenti, prima che un vero e proprio titolo. Perché la sensazione di avere tra le mani un prodotto di valore c’è tutta, ma questo tipo di sentimento ha sempre accompagnato la carriera dell’uomo del Michigan. Adesso, però, sembra davvero tutto pronto perché il buon Harding possa fare il salto nella massima serie: un’etichetta importante, almeno un paio di singoli pronti a conquistarsi la vostra personalissima hit parade (Wednesday Morning Atonment sto guardando proprio te) e un produttore in cabina di regia che è, allo stesso tempo, garanzia di qualità e di attenzione da parte di media e fan: l’eclettico Danger Mouse, da una decina d’anni a questa parte uno dei nomi più cool da mettere nelle liste dei credits di ogni lavoro in cerca di hype.

Prima di ritagliarsi una propria carriera solista, Curtis si è fatto le ossa per anni come corista ma, soprattutto, come songwriter, per Cee Lo Green, uno dei maggiori talenti provenienti dalle latitudini meridionali dell’America, che lo ha letteralmente svezzato ai tempi dei Goodie Mob (prima) e del successo mondiale degli Gnarls Barkley (dove, non a caso, l’altra anima artistica era proprio quella del produttore Danger Mouse). La scintilla creativa, il primo richiamo della Dea musica, arriva molto prima, quando la madre – devotissima – lo porta in chiesa esponendo il giovane Curtis alle gioie del gospel. Il resto arriva ancora dalla famiglia, la sorella maggiore in questo caso, che lo introduce al rap, e lo porta dall’ascolto di Mahalia Jackson ai tape di MC Lyte. Del 2014 invece l’esordio ufficiale con Soul Power, buon disco ma decisamente più acerbo rispetto al nuovo nato in casa Anti-.

Immerso nel suo tour promozionale, Harding ha risposto ad alcune domande via mail.

Ciao, grazie per il tuo tempo, e congratulazioni per il tuo nuovo album che trovo davvero riuscito. Specialmente le canzoni, suonano più complesse ed articolate rispetto a quelle del primo lavoro. Anche ad un livello emotivo, questo disco continua a crescere in me ascolto dopo ascolto. Era questa la direzione che hai seguito quando sei entrato in studio?
Be’, l’obiettivo per me è sempre quello di migliorarmi nella mia arte. Per me, lavorare con un produttore come Danger Mouse è stata la giusta decisione. Una parte del genio di Brian (Danger Mouse) consiste nel mettere assieme le persone giuste. Mi ha presentato a Sam Cohen sapendo che sarebbe stato un innesto perfetto. Abbiamo parlato di quello che avremmo voluto accadesse in studio ed eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Ho imparato come lasciare che sia la musica a trovarmi, senza forzarla. L’aiuto di Sam e Brian nell’allontanare le idee più deboli è stato prezioso.

Il disco, secondo me, segna un tono più scuro rispetto al precedente, sei d’accordo? Cosa è successo nella tua vita ad un livello personale? E come ha influito sul disco?
La musica che amo è un riflesso non solo dell’artista, ma anche dei tempi. Ultimamente sento che la società sta per affrontare momenti e faccende molto bui. Forse è per questo che sembra più scuro. Io sono un ottimista e cerco sempre di trovare il lato positivo di ogni situazione, ma a volte, semplicemente, serve fare un po’ di luce negli angoli più bui.

Cosa puoi dirmi, invece, della tua vita a un livello professionale? Com’è cambiata dall’uscita del tuo esordio? Che tipo di aspettative ha generato in te?
Professionalmente parlando, ho una squadra di persone che cerca di aiutarmi in tutte le mie cose. Prima eravamo fondamentalmente io, il mio avvocato e l’agenzia di booking. Adesso le cose filano molto più lisce. Sapevo che avrei dovuto migliorarmi sotto questo punto di vista, se avessi voluto continuare a fare musica, professionalmente parlando.

Cosa ricordi dei tuoi giorni con Cee-Lo?
Ho imparato moltissimo da lui. Ha un grande senso dell’umorismo. Uno dei migliori autori e performer che abbia mai incontrato. Non è possibile stare così tanto accanto a un personaggio dotato di tutto questo talento senza che te ne scivoli addosso un pochino. Sono davvero grato di conoscerlo e di aver imparato da lui.

Hai già vissuto molte vite, artisticamente parlando. Di queste, cosa ti è rimasto? E cosa è finito nel disco e nel tuo live?
Essere me stesso e apprezzare quel che mi succede. Il business del fare musica può, a volte, rimuovere la gioia della creazione, della performance. Devi ricordarti cosa ti ha spinto a farlo. Per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo, ci sarà un po’ di Soul Power e praticamente ogni brano di Face Your Fear.

Quali sono stati il ruolo, e l’influenza, di Danger Mouse su questo disco?
È il produttore esecutivo. Ha anche prodotto Wednesday Morning Atonment. Per la maggior parte, io e Sam Cohen ci siamo occupati del grosso della produzione musicale, per poi suonare le canzoni a Danger in attesa di un suo feedback.

Qual era la tua paura e come l’hai affrontata?
Penso che quotidianamente siamo tutti messi di fronte alle nostre paure, grandi o piccole che siano. È importante, per me, ricordarmi che è naturale essere spaventati a volte. È per questo che abbiamo il coraggio. Ogni volta che esci con un nuovo disco può esserci della paura, specialmente se ti trovi a fare cose mai fatte in precedenza, come lavorare con un produttore. Devi credere molto nelle tue capacità e fidarti del tuo istinto. Visualizza dove vuoi arrivare, come vuoi che suoni e poi fai del tuo meglio per realizzarlo.

Ascolta il nuovo album Face Your Fear:

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