Live Report: Die Antwoord @ Anfiteatro Delle Cascine, Firenze 14/6/16

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die antwoord (2)

di Davide Agazzi / fotografie di Thomas Pizzinga

Premessa: non ho mai particolarmente amato i dischi dei Die Antwoord (nome che, tradotto, significa La risposta), duo di pazzoidi provenienti dal Sud Africa che in pochissimo tempo è riuscito ad imporsi all’attenzione mondiale grazie ad un mix di video davvero ben fatti, un’immagine forte (e studiatissima) facilmente riconoscibile e alcuni pezzi talmente tamarri da diventare dei classici istantanei. E quindi che ci faccio al Decibel Open Air Festival per la data fiorentina di Ninja e Yo-landi? Beh, era davvero troppo forte la curiosità di capire cosa avrebbero combinato dal vivo i due MC sudafricani. Devo dire di non essermi pentito della mia scelta di uscire di casa in un anonimo martedì sera.

Il pubblico accorre in massa all’anfiteatro delle Cascine e sarebbe un miope errore di valutazione definirlo un concerto per giovanissimi: non mancano, davvero, quelli che come me han finito la scuola dell’obbligo negli anni ’90. La qualità dei due, dal vivo, non cambia: al microfono sono e restano scarsi. Già definirli MC appare quasi una forzatura: sono un qualcosa a metà tra gli animatori di un villaggio vacanze e quelli che nelle balere di qualche decennio fa avremmo chiamato vocalist. Ai piatti troviamo DJ Hi-Tek (da non confondersi con l’omonimo collega americano che diede vita a quel capolavoro chiamato Black Star) e sul palco, beh, poco altro – giusto un paio di ballerini tirati fuori alla bisogna. Minimalismo is the way.

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Musicalmente parlando si tratta di un riuscitissimo insulto al buon gusto. E questo lo dico nel senso migliore del termine – sempre che esista. I beat sono onnivori, masticano e restituiscono di tutto, da grasse linee di basso che trasudano disagio a drop potenti di certa dubstep caciarona, da elementi presi di peso dai rave dello scorso millennio passando per alcuni inserti di pura e semplice cassa dritta. Così, tanto per non farsi mancare nulla. Eppure. Eppure “la cosa” funziona. Lo spettacolo sta in piedi, in un qualche modo che razionalmente non riesco a spiegare. Lo spettacolo è riuscitissimo. Le prime file sono una bolgia dantesca, si balla anche sulle gradinate, il pubblico conosce i pezzi a memoria, con ritornelli e grida collettive che fanno tanto tribalismo quanto coro da stadio.

Yo-landi e Ninja non si risparmiamo: giocano continuamente col pubblico mentre pseudo Teletubbies post-atomici duettano sul palco. Sullo sfondo, il maxischermo proietta immagini di cazzetti colorati che si scambiano cuoricini e liquidi seminali a secchiate. I pezzi vengono riproposti in maniera più “carica” rispetto alla loro versione registrata (penso, ad esempio, a I Fink U Freeky) e, col passare dei minuti, mi risulta sempre più chiaro che la dimensione migliore e più consona per i Die Antwoord sia assolutamente quella live. Chiusura, prevedibile ma doverosa, con la hit Enter the Ninja, che manda tutti a casa col sorriso.Se i cattivi del celeberrimo manga distopico Kenshiro organizzassero un party di fine mondo, beh, somiglierebbe davvero tanto a questo. A Firenze la risposta è arrivata forte e chiara. È la domanda che rimane da capire.

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