Editoriale 293: da Natale all’estate

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di Rossano Lo Mele

Da poco oltrepassata la metà di dicembre dell’anno passato. Le votazioni redazionali hanno democraticamente stabilito che quello di Sufjan Stevens è il disco del 2015, per noi che facciamo questo giornale. L’inverno, causa temperature miti, non vuole sporgersi. Qualcuno saluta persone ed elabora auguri in anticipo, se poi non ci rivediamo. Qualcun altro pensa all’acconto IVA o al Capodanno che ancora non ho deciso cosa fare. Marco Pecorari mi manda messaggi su whatsapp o via mail dove mi preannuncia che il cantautore Calcutta è destinato a esplodere. Ne è ormai sicuro. In mezzo alle sue e-mail ne intercetto una di un lettore appassionato, ricevuta il 17 dicembre 2015, ore 14.04. La metto da parte, che non si sa mai.

Oggetto: 2015, per Rossano

“Ciao Rossano, anche se non hai la rubrica delle lettere, ti scrivo ugualmente. Compro i mags musicali oltre che cercare musica sul web e mi piace il tuo approccio degli editoriali. Quando apri ‘Rumore’ e cominci a leggere ti aspetti quasi qualcosa di molto bello nelle pagine che seguono.

A bilancio di un anno vedo Kamasi, Holter, Tame Impala e poi i soliti 15 nomi in piccolo sotto. Peccato che alcuni abbiano poi trafiletti all’interno del giornale che figurati se valevano una menzione in copertina!

Nell’anno in cui Iosonouncane, Verdena e Calcutta hanno inciso in maniera formidabile sulla musica italiana, tutto quello che in Italia sa fare il tuo giornale è vestirsi di una patina con nomi presi da Pitchfork con il contentino Ufommamut per quelli che originariamente compravano ‘Rumore’.

Può non piacere o stare simpatico, ma Calcutta ha pubblicato un disco che come vangelo pop non ha nulla da invidiare a ‘La voce del padrone’ di Battiato ma nel 2015 questo interessa relativamente. Le canzoni sono troppo una bomba per lasciarlo in sordina, il talento è a dir poco incontenibile ma figurarsi cosa bisognerebbe inventarsi oggi per una copertina coraggiosa.

Soprattutto non mi spiego che cazzo di propositi ha un giornale: vive di stampini altrui e quindi si limita a darci Jamie xx e Tobias Jesso come dischi del mese oppure può ancora avere una sua valenza e peso politico e contribuire a lanciare nuovi formidabili artisti?

Tutto striminzito e superficiale, formato pillola web. Sul mucchio addirittura i dischi italiani sono nella categoria Italia mentre i migliori del 2015 sono imprescindibili esterofilie.

Grimes ci ha pensato ‘Pitchfork’, ma ‘Pitchfork’ ha creato e mantiene il suo mito dando sempre nuovo e prima, indipendentemente se ti  piace a no. Scrive in profondità e perora tesi anche assurde ma questo sai assomiglia al giornalismo.

Oggi questo non interessa quasi a nessuno, con i tempi moderni con la musica non si campa.

‘Ma sarà vero? A me questo tipo di gente non va proprio giù’… /Calcutta, Milano”.

Capodanno è passato. Al lettore ho risposto in tempo reale e in maniera spero articolata, in privato. Lo ringrazio per il messaggio recapitatoci. Pecorari aveva ragione. Continua a mandarmi messaggi, ora stava litigando aspramente con un musicista italiano, che però non è Calcutta. E noi: invece siamo qui come sempre, abbiamo pure aperto una sezione clandestina italiana nel giornale, sgraniamo le stagioni. Per dire: arriva l’estate, buona lettura. Con l’Oroscopo del mese. Natale tornerà come al solito: gli effetti diluiti del tempo.

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