Sir George Henry Martin, il quinto Beatle, è scomparso ieri all’età di 90 anni. La notizia della morte dello storico produttore è stata diffusa da Ringo Starr con questo tweet:
God bless George Martin peace and love to Judy and his family love Ringo and Barbara George will be missed xxx 😎✌️🌟💖☮
— #RingoStarr (@ringostarrmusic) 9 Marzo 2016
Poco più tardi è arrivato anche un lungo messaggio d’addio da parte dell’altro componente dei Beatles ancora in vita, Paul McCartney:
Sono molto rattristato dalla notizia della scomparsa del caro George Martin. Ho così tanti ricordi meravigliosi di questo grande uomo, che sarà con me per sempre. Era un vero gentiluomo ed era come un secondo padre per me. Ha guidato la carriera dei Beatles con così tanto talento e buon umore che è diventato un vero amico per me e la mia famiglia. Se c’è qualcuno che si è meritato il titolo di quinto Beatle, quello era George. Dal giorno in cui ha dato ai Beatles il nostro primo contratto discografico, fino all’ultima volta che l’ho visto, è stata la persona più generosa, intelligente e competente in campo musicale che io abbia mai avuto il piacere di conoscere.
È difficile scegliere il ricordo migliore che ho con George, ce ne sono così tanti, ma uno che mi viene in mente è quella volta che ho portato il brano Yesterday ad una sessione di registrazione e i ragazzi della band hanno suggerito che io cantassi da solo accompagnandomi con la chitarra. Dopo averlo fatto George Martin mi ha detto, “Paul, mi è venuta l’idea di mettere un quartetto d’archi sul disco”. Io gli ho detto “oh no George, siamo una band rock & roll e non penso sia una buona idea”. Con le sue maniere gentili da medico-paziente, da bravo produttore mi ha detto: “proviamoci e se non funziona non lo useremo e andremo avanti con la tua versione da solo”. Ho accettato e siamo andati a casa sua il giorno dopo per lavorare all’arrangiamento.
Ha preso i miei accordi, che gli ho mostrato, e ha ampliato le note con il piano, mettendo il violoncello un’ottava sotto e il primo violino un’ottava sopra, e mi ha dato la mia prima lezione su come gli archi vanno accordati per un quartetto. Quando abbiamo registrato ad Abbey Road, è stato così stupefacente sapere che la sua idea era giusta che sono andato in giro a raccontarlo alla gente per settimane. La sua idea ha ovviamente funzionato, perché la canzone è subito diventata una delle canzoni più registrate i sempre, con versioni di Frank Sinatra, Elvis Presley, Ray Charles, Marvin Gaye e migliaia di altri artisti.
Questo è solo uno dei tanti ricordi che ho di George, che mi ha aiutato con l’arrangiamento di Eleanor Rigby, Live and Let Die e molte altre mie canzoni.
Sono orgoglioso di aver conosciuto un gentiluomo così distinto e con un senso dell’umorismo così perspicace, che aveva l’abilità di prendersi in giro da solo. Anche quando è stato nominato cavaliere dalla Regina non c’è mai stata una minima traccia di snobismo nel suo comportamento.
La mia famiglia ed io, che lo consideravo un caro amico, sentiremo fortemente la sua mancanza e mandiamo il nostro amore a sua moglie Judy e ai suoi ragazzi Giles e Lucy, e ai nipoti.
Il mondo ha perso un uomo davvero grande, che ha lasciato un segno indelebile sulla mia anima e nella storia della musica britannica.
Che Dio ti benedica George!
Paul