Ian Curtis con un’intervista in cui parla dei Bauhaus e del futuro dei Joy Division

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Ian Curtis

Una rara intervista di Ian Curtis riemersa alcuni anni fa

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Un’intervista di Ian Curtis dei Joy Division mai trascritta prima, e pubblicata qualche anno dal sito post-punk.com. Rilasciata originariamente alla BBC di Blackburn, l’intervista è una piccola finestra nel mondo di uno dei frontman più mitizzati della storia della musica: ve ne abbiamo tradotto un estratto qua sotto.

Come potete leggere, Curtis dice di apprezzare i Bauhaus, ma pensa siano una band di Londra. Il che è comprensibile, dato che ai tempi avevano pubblicato solo due singoli e non avevano mai suonato nel Regno Unito.

Che cosa ne pensi dello stato della new wave?

Non so. Penso che molta tenda ad aver perso quel certononsoché, in realtà. Ho sentito un bel po’ di nuovi gruppi… dischi strani. Eh, insomma, penso siano più che altro vecchie band su Factory, mi piacciono molto i gruppi su Factory. A Certain Ratio e Section 25. Quando ascolto dischi tendo a non ascoltare troppa roba new wave, tendo ad ascoltare la roba che ascoltavo qualche anno fa, ma tipo singoli strani. Conosco un tizio che lavora in un negozio di dischi dove vivo, quindi vado da lui ed è lui a farmi ascoltare singoli e a chiedermi se li conosco. Singoli dei The Tights, una roba oscura… e una band che si chiama, credo, Bauhaus, un gruppo di Londra, ho un singolo loro. Non posso dire di nessuno “Ho tutti i dischi di questa persona, o di questo gruppo, è fantastico”. Sono più che altro singoli.

Che cosa ne pensi della Factory Records?

Ne penso molto bene, è come se fossero tutti amici. Tutti si conoscono e le cose vengono divise 50 e 50. Viene tutto diviso.

Non sembra un po’ chiuso essere in un ambiente come quello di Factory?

Non saprei. Penso che guardando la cosa da fuori potrebbe… Insomma, non ti vengono fatte pressioni per firmare un contratto. Ad esempio, un’etichetta discografica normale è sempre in cerca del prossimo gruppo che diventi la prossima grande cosa, sai. Per vendere dischi, promuoversi e tutto il resto. La Factory propone contratti a chi vuole, pubblica i dischi di chi vuole, li impacchetta e prepara come vuole. Insomma, fanno come gli piace. Viene gestita così. Puoi pubblicare tre singoli in un attimo e poi niente per sei mesi. Mi piace come rapporto.

Dove vedi, senti o vorresti che i Joy Division vadano a finire?


Voglio solo continuare ad andare avanti nel modo in cui siamo, in realtà. Di base, vogliamo suonare cose che ci piacciano. Quando non ci sentiremo più così, penso, allora sarà arrivato il momento di fare le valigie. Sarà finita.

Nel resto dell’intervista Curtis parla di andare in tour fuori dal Regno Unito con i Joy Division e del loro coinvolgimento con Fast, un’etichetta di Edimburgo. Trovate qua sotto il video della loro Transmission.

Redazione Rumore
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