Londra: Il grime sulle spalle di Skepta e mezz’ora di delirio a Shoreditch

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di Elia Alovisi

Skepta ha il mondo del grime sulle spalle, tipo Atlante. Ma ce la ha forti, sembrerebbe, e non sembra avere affatto voglia di cedere. Partendo dall’inizio: il grime è una forma di rap nata nei primi anni 2000, un imbastardimento dell’hip-hop in chiave UK con influenze dancehall, drum ‘n’ bass e garage. Era, ed è tuttora, una messa in musica dei problemi della comunità di colore di Londra est: per citare i primi tre nomi grossi, Dizzee Rascal e Wiley nati e cresciuti nel quartiere di Bow, Kano nato ad East Ham, Lethal Bizzle di Walthamstow. Dopo una prima spinta data da stazioni radio semi-amatoriali, guidate da Rinse FM, il genere venne riconosciuto dai media mainstream e portato nelle classifiche del paese – sopratutto Dizzee Rascal a godere della nuova visibilità, culminata nella vittoria del Mercury Prize 2003 per il suo debutto Boy in da Corner.

Insomma, tutto sembrava pronto per un’esplosione del genere – che invece, con il tempo, non è arrivata del tutto. Wiley è rimasto un nome fondamentale della scena ma è stato attento a mantenere puramente underground il suo operato: per fare un paragone con gli States, pensate a Lil B. Un continuo pubblicare brani, mixtape, fare concerti ed esprimersi senza stare troppo attenti al ciclo della promozione. Lo stesso approccio lo ha tenuto Lethal Bizzle, che però non pubblica nuovi album dal 2009. Kano ha avuto la sua onesta carriera, ma i suoi due ultimi album sono rimasti al massimo attorno al cinquantesimo posto delle chart inglesi, e per arrotondare si è dato alla recitazione. Dizzee Rascal, invece, ha cavalcato l’onda del successo: a tal punto che il suo brano più famoso, Bonkers, è una collaborazione con il DJ Armand Van Helden che potete tranquillamente sentire quando andate a ballare. Non propriamente un’espressione del disagio che si vive nelle grigie estate londinesi. Altri rapper inglesi non cresciuti specificamente nella scena grime ma che avrebbero potuto dargli una spinta di pubblico come Tinie Tempah hanno preferito fare featuring con il celeberrimo trio EDM Swedish House Mafia.

Insomma, tantissimo potenziale un po’ spento in derive mainstream e un po’ rimasto lì, a metà tra notorietà e irrilevanza. Ora come ora, però, sembra che qualcosa stia cambiando – ed è merito di Joseph Junior Adenuga, classe 1982, in arte Skepta. Adenuga è parte della scena dall’inizio – il suo esordio, Greatest Hits, risale al 2007 ed è tuttora una testimonianza perfetta dell’energia che si percepiva nel genere quegli otto anni fa. Da allora, altri due album convincenti – Microphone Champion e Doin’ It Again, rispettivamente nel 2009 e 2011. Poi, però, è successo qualcosa: e quella cosa si chiama That’s Not Me, un featuring con suo fratello JME.

Pubblicata come singolo a sé stante a marzo 2014, il brano è letteralmente esploso nell’immaginario generale della città. Quando ho visto il mio primo concerto rap quassù – YG all’Electric Brixton – il DJ l’ha suonata prima dello show e tutti – tutti – la cantavano. Il messaggio, un’affermazione d’identità in negativo rispetto all’ostentazione e un richiamo alle origini del genere.

Nah – non sono io.
Non fai un cazzo nella vita? Non sono io.
Scopi qualsiasi tipa? Non sono io.
Limoni qualsiasi tipa? Non sono io.
Sì, un tempo vestivo Gucci
Ma ho buttato via tutto perché non sono io.
Vero, una volta vi assomigliavo
Ma vestirmi a cazzo? No, non sono io.

Da quando ha pubblicato quel brano, Skepta non ha fatto che aumentare progressivamente la sua immagine come salvatore del grime, portatore di una nuova era che richiami la naturalezza e l’energia dei suoi esordi. E non c’è che dire, la cosa ha funzionato piuttosto bene. È arrivato l’annuncio di un nuovo album, Konnichiwa, ancora senza data d’uscita – ma sono arrivati anche due nuovi singoli, It Ain’t Safe, prima, e Shutdown, poi. Ma a questo ci arriveremo a breve. Perché il vero punto di svolta, per Skepta e il grime tutto, è arrivato in un’orda di uomini vestiti di nero, due lanciafiamme, e un nero di Chicago dal nome Kanye Omari West che cantava il suo nuovo singolo All Day sul palco dei BRIT Awards dello scorso febbraio. Per suonare per la prima volta dal vivo il suo nuovo, attesissimo brano, West ha deciso di portarsi dietro praticamente l’intera scena grime londinese. E quando ha fatto un concerto a sorpresa al Koko di Mornington Crescent, poco tempo dopo, ha fatto aprire il concerto proprio a Skepta e JME, oltre che alle promesse Meridian Dan e Novelist. Insomma, una benedizione da Dio Kanye sul grime tutto che ha lanciato il genere e quelle performance sui media del mondo intero.

Ma torniamo ai nuovi pezzi di Skepta: It Ain’t Safe è una collaborazione con Young Lord/A$AP Bari, membro della crew newyorkese A$AP Mob, uno dei collettivi hip-hop più influenti dei 2000 tutti. Il video, una passeggiata per il quartiere in cui si è trasferito, Tottenham, girato senza troppi ammenicoli, e un ritornello perforante: “Qua nessuno è sicuro, nemmeno i poliziotti”. E per farvi un’idea, è proprio lì che iniziarono le violentissime proteste del 2011 che imperversarono per la città tra saccheggi e incendi vari. E poi è arrivata Shutdown, uscita giusto una settimana fa, il video girato per i corridoi del paradiso architettonico brutalista Barbican Estate. Un pezzo efficace, con dentro un richiamo a That’s Not Me, a dire: “Ho capito ragazzi, è stato quello da dove è ricominciato tutto. Grazie.” Ancora, zero effettoni e solo un gruppo di ragazzi che cantano il pezzo per strada.

Come ha fatto notare Noisey UK, Skepta ha coronato un sogno iniziato cinque anni fa, quando twittò “Un giorno farò una festa in un parcheggio e sarete tutti invitati”. Bé, giovedì 30 aprile la sua predizione si è avverata. Un messaggio su Facebook e Twitter: “DALLE OTTO ALLE OTTO E MEZZA. SÌ, MEZZ’ORA. NON ARRIVATE TARDI” e un indirizzo: un parcheggio a Shoreditch. Il risultato lo potete vedere tranquillamente dai video e dalle immagini qui sotto, con cui concludo l’articolo. Skepta è ricoperto di aspettative e il suo esordio potrebbe finalmente dare al grime tutte le luci che si merita di avere addosso, e non sembra affatto preoccupato dalla cosa – anzi, la fiamma non sembra aver voglia di smettere di bruciare.

A video posted by ryan bassil (@ryanbassil) on

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