Il Berghain, storica discoteca berlinese, è una meta fissa per gli amanti della vita notturna che visitano la capitale tedesca. I tratti caratteristici che rendono questo locale unico al mondo sono essenzialmente due: il fatto che sia ospitato all’interno di una ex centrale elettrica della DDR e la sua selezione all’ingresso. A decidere le sorti di chi vuole entrare al Berghain è Sven Marquardt, di professione fotografo e buttafuori, che di recente ha pubblicato la sua autobiografia Die Nacht ist Leben (La notte è vita). Le motivazioni per cui a molte persone venga rifiutato l’ingresso nel club appaiono casuali, anche se in un’intervista a Soundwall lo stesso Marquardt ha spiegato di riuscire a riconoscere chi potrebbe creare problemi una volta entrato e chi si trova lì solo come spettatore e non per divertirsi.
C’è però chi non la pensa così ed è addirittura convinto che alla base di tutto ciò ci siano degli ideali razzisti: è il caso di Felix Da Housecat. Il noto dj/producer statunitense ha tentato di trascorrere il suo sabato sera nella discoteca tedesca, ma una volta raggiunta l’entrata si è visto rifilare un “nein” e ha dovuto cambiare i suoi programmi. Su tutte le furie, Felix, ha iniziato a scrivere numerosi tweet in cui insulta il Berghain e accusa la sua direzione di non avergli permesso di entrare per il semplice fatto di essere di colore. I cinguettii della scorsa serata sono stati cancellati su consiglio dell’entourage del disk jockey e, tra le altre cose, comprendevano un paragone tra il club e il Ku Klux Klan e Hitler. Quelli di stamattina sono decisamente meno eccessivi e si limitano a frecciate come “L’ignoranza è una malattia ed il Berghain è contagioso”.
In realtà le circostanze del rifiuto sono ancora poco chiare e le accuse di razzismo non sono state confermate. Inoltre gli addetti stampa del Berghain, come previsto dalla loro politica, non sembrano intenzionati a rispondere pubblicamente all’artista. Noi restiamo così con il beneficio del dubbio, anche se pare più probabile che ci sia stata un’incomprensione da parte di Felix Da Housecat; i suoi tweet deliranti non possono costituire una minaccia per la solida reputazione di melting pot culturale che Berlino si è guadagnata negli anni.
Qui un reportage dell’evento per i cinque anni della Stroboscopic Artefacts, tenutosi al Berghain lo scorso settembre.