di Nicholas David Altea – foto di Patrizia Chiarello
La città di Asti, come tutta la sua provincia, si dimostra sveglia e attenta e, dopo una serie di eventi invernali dell’Hangover Party, si evolve nella sua versione estiva e all’aperto. L’Hangover Summer Fest,di questa prima edizione, è impostato su due grossi filoni: quello cantautorale e pop – con tutte le sue declinazioni – e quello più elettronico e ballabile.
Dopo l’esibizione di State Liquor Store, Eugenio In Via Di Gioia ed Edoardo Cremonese, sale sul palco Paletti, fresco di passaggio sotto la grande S dorata della Sugar Music, l’etichetta di Caterina Caselli. Nella formazione a tre – voce/basso, tastiera e batteria – la resa dei brani è efficace e, di sicuro, quello che non manca è la sostanza sonora, amplificata dalla buona tenuta di palco dello stesso Pietro Paletti. Sul basso dello stesso, spicca una R nera a ricordare le origini: quei The R’s o prima ancora The Record’s, indimenticabili maestri del power-pop made in Italy. Il live spazia, sia tra i brani del primissimo EP Dominus (2012), che tra quelli dell’album Ergo Sum (2013), ma propone anche tracce scartate da alcune produzioni – e reinserite in un demo intitolato Scartati – come La Mano. Comodamente schiavo, estratto dal recente EP Palettology, ha un sound più solido ma sempre ricco di spunti che esulano dai riferimenti più vistosi, come Battisti e Battiato, facilmente riscontrabili agli esordi. Senza volersi bene e La gente siamo io e te sono immediate: con due ritornelli che si appiccicano alle orecchie è difficile dimenticarle, ancora di più, in un periodo come questo, in cui si scrivono tanti pezzi e poche canzoni. La forza narrativa di Raccontami è considerevole, tanto quanto lo spaccato sociale – non indifferente – di Cambiamento, che termina un live sincero ed incisivo.
La Brunori SAS è ormai una ditta specializzata ed il loro spettacolo dal vivo è coinvolgente, toccante ma anche piacevolmente confusionario. Il cammino di Santiago – ma non in taxi – li ha portati ad Asti, per presentare il Vol. 3, uscito quest’anno. Si inizia con Arrivederci tristezza, con Dario Brunori al piano e poco altro ad arricchire un inizio malinconico. Pornoromanzo e Il santo morto/Il manto corto alzano il tiro fino a Lei, lui, Firenze, tratta da Poveri Cristi – Vol.2 (2011). Kurt Cobain, che piaccia o no il titolo e che lo si trovi più o meno fuori fuoco rispetto alla canzone, è intensissima. In confronto a qualche anno fa, il live acquisisce finiture più elettriche, guadagnandoci nell’impatto sugli spettatori e nella varietà delle atmosfere ricreate. Il cantautore calabrese é sempre pronto a dialogare e a scambiare due battute con un pubblico decisamente caldo, che si infiamma maggiormente sugli ascendenti brasiliani di Mambo reazionario. La ninna nanna della quotidianità di fine settimana arriva con Domenica notte, che infonde piacevoli sensazioni. Italian Dandy, Guardia ’82 e Rosa non possono mancare nella parte conclusiva di un set completo e ben condotto.
L’Hangover Summer Fest prosegue fino a tarda notte con il live set di Alexander Kowalski e il DJ set di Christian Smith. Il risultato finale dell’evento è ottimo, soprattutto per la non facile commistione di due generi e pubblici, non proprio affini.
Qui sotto potete vedere il video di Kurt Cobain di Brunori SAS.