Five Horizons è la prima mostra fotografica sui Pearl Jam: due chiacchiere coi curatori e qualche scatto

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Pearl Jam at Seattle's Mural Ampitheater

Spike Mafford, Pearl Jam live, Mural Amphitheater, Seattle 1991 – Eddie Vedder e Mike McCready

Five Horizons è il titolo della prima mostra fotografica al mondo dedicata ai Pearl Jam. Comprende circa 70 scatti, in un arco temporale che spazia dagli anni ’90, a pochissimo tempo fa’.

Dopo il successo della prima tappa – dell’anno scorso – all’Auditorium Parco della Musica di Roma, la mostra FIVEHORIZONS sbarca a Milano. Apre il 19 giugno alla DanceHaus di Milano, e terminerà il 3 luglio. Abbiamo intervistato i due curatori della mostra, Giammaria De Gasperis e Paola Contino. Qui sotto potete leggere qualche botta e risposta, e vedere alcuni degli scatti che saranno in mostra tra pochi giorni.

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Danny Clinch, soundcheck, Arena di Verona 2006 – Eddie Vedder e Mike McCready

Come nasce l’idea di Five Horizons?

Giammaria De Gasperis: “L’idea della mostra è nata verso la fine del 2011, quando per motivi di lavoro entrai in contatto con Lance Mercer, fotografo simbolo dei Pearl Jam e autore di alcuni degli scatti più iconici della band (vedi la foto di copertina di Ten). A Lance proposi, in un primo momento, una mostra personale sul gruppo di Seattle, salvo poi estendere la richiesta ad altri fotografi, una volta scoperto che non era mai stata realizzata una mostra fotografica retrospettiva sulla band”.

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Danny Clinch, Pearl Jam backstage, Key Arena, Seattle 2002 – Eddie Vedder

Raccontateci come si è sviluppata la prima edizione della mostra e quale concept avete dato, dopo aver parlato con i fotografi.

GdG: “Five Horizons è una mostra collettiva retrospettiva che ripercorre attraverso le immagini la carriera dei Pearl Jam. Le foto esposte seguono un percorso cronologico, che va dai seminali Green River, con degli irriconoscibili Jeff Ament e Stone Gossard nella line-up, alle performance live degli ultimi tour. Dopo più di un anno di ricerca, abbiamo scelto tredici fotografi che per noi, più di ogni altro, sono riusciti a cogliere la vera essenza del gruppo, trasmettendone le peculiarità che li hanno portati a essere dopo più di venti anni di carriera, una delle rock band più apprezzate al mondo. Tra i settanta scatti in mostra, abbiamo selezionato fotografie che sono diventate grandi classici nell’immaginario collettivo dei fan della band, come quelle di Lance Mercer e Danny Clinch, insieme a immagini sconosciute ai più: ad esempio quella di Steven J. Messina, con il leader dei Pearl Jam che fa crowd surfing su un mare di braccia e quella di Robert MacKenzie, immortalata durante il celeberrimo tour del Lollapalooza ’92, con Eddie Vedder che scala un traliccio altissimo, tra la preoccupazione del pubblico e dei suoi compagni. Abbiamo voluto ulteriormente arricchire la mostra, seguendo l’esempio della band, che fa realizzare ad affermati artisti un poster diverso per ogni tappa del loro tour. Oggetti divenuti , nel tempo, veri e propri cult per i fan. Per la venue romana abbiamo coinvolto l’americano Brad Klausen e l’australiano Ben Brown, autori di molteplici poster ufficiali della band, che hanno realizzato per FH delle opere esclusive. Per questa edizione, invece, abbiamo scelto di coinvolgere degli artisti italiani: Davide Toffolo, disegnatore, fumettista, chitarrista e cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti e i Malleus, trio di artisti italiani, che hanno illustrato i poster per i concerti di famosi gruppi internazionali (tra gli altri, Beck, The Cure, The Black Keys, Flaming Lips, Iggy Pop & The Stooges, Incubus, Melvins, Mogwai, Motorpsycho, Mark Lanegan, Nine Inch Nails, The Prodigy, Robert Plant, Queen of the Stone age, Sonic Youth)”.

Paola Contino: “Milano è una tappa dovuta. La prima ragione è legata al tour europeo dei Pearl Jam, il gruppo torna a suonare nella nostra nazione dopo 4 anni di assenza e l’attesa per tutti noi fan è spasmodica, avevamo il sogno di poter inaugurare Five Horizons in concomitanza con un loro concerto e non abbiamo voluto farci scappare questa occasione, una seconda ragione è legata al motivo di esistenza stessa della mostra: farla girare e dare la possibilità a vecchi e nuovi appassionati della band di vederla e apprezzare il lavoro dei fotografi selezionati, che seguono la band sin dai loro esordi, ci piacerebbe poter raggiungere il maggior numero di jammers e futuri jammers, possibile. Già dalla scorsa edizione, molte persone ci chiedevano di organizzare Five Horizons nelle loro città e Milano – che è una delle capitali culturali d’Italia – ci è sembrata una bella sfida da raccogliere. Il terzo motivo è legato proprio a questo: confrontare il nostro lavoro e la nostra passione – che in Five Horizons si uniscono perfettamente – con una realtà così viva e stimolante. Sarà interessante per noi conoscere un pubblico nuovo e completamente diverso da quello romano e scoprire le loro reazioni e i loro feedback sulla nostra mostra”.

PC: “Per realizzare FiveHorizons abbiamo riunito le energie e le competenze di varie persone. Le nostre strade si sono incrociate per motivi diversi e nei modi più bizzarri, subito è stato chiaro quale fosse il filo conduttore che ci legava e ci rendeva così vicini: i Pearl Jam sono stati una fonte di ispirazione diretta e indiretta nelle nostre vite e per questo motivo FiveHorizons riassume tutta la passione e la stima che nutriamo nei confronti della band. Questa passione comune ci ha permesso di lavorare al meglio e di mettere in gioco le competenze professionali di ciascuno in un’ottima sinergia. Il team si compone di otto persone che lavorano fianco a fianco da ormai tre anni: Martina Sampaolo, fotografa di professione e coordinatrice di tutti i “reparti” di lavoro; Annalisa Giangregorio, graphic designer, creatrice dell’immagine coordinata di FH; Riccardo Trost, web designer; Roberta Rinaldi, da dieci anni interprete personale di Ennio Morricone, preziosissima nel lavoro di traduzione e interprete; Giuseppe Celano, ufficio stampa; Agnese Porto, responsabile dei social network; e infine noi curatori. Per questa seconda edizione ci siamo avvalsi di una figura esterna al team di FH: Mario Ruggeri, scrittore e giornalista musicale nel ruolo di local manager di FiveHorizons, ha fatto da ponte tra noi (che lavoriamo fra Roma e la Sicilia) e l’ambiente musicale milanese. Attorno al gruppo gravitano altri professionisti e amici, senza i quali la mostra non avrebbe visto la luce.

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Danny Clinch, Pearl Jam live, Drop in the Park free show, Warren G. Magnusson Park, Seattle 1992 – Eddie Vedder

I Pearl Jam suoneranno a San Siro: cosa vi aspettate in termini di pubblico?

PC: “Innanzitutto – anche se non è proprio questa la tua domanda- ci aspettiamo entusiasmo, anzi un’ondata incontenibile di entusiasmo. Speriamo, ovviamente, che i jammers che verranno ad ascoltare il gruppo, dai luoghi più disparati, approfittino di qualche ora libera e tra una passeggiata sui Navigli e un pranzo di cucina tipica, vengano a trovarci in Via Tertulliano, 70. Più dei numeri (che non faremo, per un po’ di sana scaramanzia) ci aspettiamo un bel confronto con un pubblico, quello che segue i Pearl Jam, che è tra i più preparati, appassionati e consapevoli della storia e dei valori trasmessi dai loro idoli”.

 

Redazione Rumore
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