Live Report: Bad Religion @ Live, Trezzo 01/06/14

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di Mario Ruggeri

Mi stupisce ancora una cosa del rock: la sua atemporalità. Il fatto che a volte riesca a cancellare la ricerca proustiana del tempo e riesca, in pochi secondi, a cancellare il concetto di spazio, di storia, di scorrimento. Una teoria che appartiene più alla fisica quantistica che alla musica. Eppure sul palco hai una band di “ragazzi” che superano ormai i cinquant’anni di età, ma Trezzo sembra Gillman Street a fine anni ’80. Non sempre, ma spesso. Chi ha visto i Bad Religion a Milano, dodici mesi fa, cancelli quella serata infausta, perché il giorno del venticinquesimo compleanno di Suffer (abbondantemente celebrato sul palco con un medley strappacuori) i Bad Religion spiegano che, se in forma, sono ancora la punk band da battere. Senza discussioni. Con buona pace del carrozzone dei NoFx.

Stupisce, favorevolmente, il quasi sold out del Live (1000 persone) nella notte che vede gli Slint sold out al Bloom di Mezzago. A testimonianza che, quando si parla di rock, la gente ha ancora voglia di musica dal vivo. Commuove l’asse generazionale che si butta sotto il palco, dimostrando un tramando generazionale di fratello maggiore in fratello minore e di padre in figlio, che forse apparteneva solo all’Heavy Metal. Ventenni e quarantenni, musicisti punk italiani che hanno fatto, a loro modo, la storia degli anni ’90 in Italia (Paolo degli Atrox, Flaco e Mastino dei Punkreas, i ragazzi dei Crummy Stuff, le ragazze delle Bambole di Pezza, giusto per dirne alcuni) tutti insieme a celebrare il mito.

Un mito che sorride, ormai completamente canuto, eppure titolare di una voce e di una carica intellettuale senza pari: Greg Graffin, classe 1964, tiene il palco con il suo carisma e trascina un set di poco più di un’ora senza sosta. E questa sera, rispetto al concerto dell’Alcatraz, è sereno e rilassato. Parla. Interagisce. Ride. Tra un classico e un altro. Poco spazio ai brani del recente passato, grande spazio ai classici: Suffer, Do What You Want, You Are The Governement, Generator, American Jesus, Recipe For Hate, Punk Rock Song, Stuck A Nerve, I Want To Conquer The World, You Are. Capite da soli che è una serata speciale.

E osservare mille persone che cantano insieme, sempre, senza sosta, inni che appartengono alla controcultura americana, e vedere ragazzini che distruggono le corde vocali in Recipe For Hate, ti fa sentire meno solo e meno vecchio.

Ti approcci al Live con la certezza di uscire deluso, torni a casa con le orecchie intasate e il cuore pieno. Perché i Bad Religion sono ancora la punk band da battere. Da venticinque anni. Il resto, inutili chiacchiere.

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