Intervista: Midlake

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di Antonella Frezza

Chiacchiero con Eric Pulido al tavolino di un chiassoso bar in un’assolata e calda giornata milanese. È lui il nuovo portavoce nonché frontman dei Midlake dopo la dipartita dello storico cantante, chitarrista e principale compositore Tim Smith. Formatasi nel 1999 a Denton, Texas, la band si è ritagliata negli anni la sua meritata fetta di pubblico e mercato proponendo un suono ricco e caleidoscopico che spazia entro i confini non troppo netti dell’indie-folk, post-rock e psichedelia. Nel 2012 la crisi, Smith, da sempre colonna portante della formazione, non è più sereno e abbandona i compagni, ad occupare il posto vacante subentra Pulido. Con Antiphon, nuovo e quarto album in studio pubblicato lo scorso novembre, i texani hanno provato di sapersi reinventare, riscoprendo la band come entità collettiva e decisi più che mai ad andare avanti per la loro strada a testa alta.

La grande novità con questo nuovo album sei tu che assumi il ruolo di frontman dei Midlake al posto di Tim Smith. Come ti senti?

Sto bene, non è stata una decisione drastica e improvvisa, ci sono arrivato pian piano. Era già da un po’ che Tim non era più contento di stare nella band e di andare in tour. Come amici e membri dello stesso gruppo l’abbiamo supportato e abbiamo provato a far funzionare le cose come meglio potevamo, così un po’ alla volta ho assunto sempre più rilievo nei Midlake come cantante, affiancando Tim. Quando lui ha lasciato la band gli altri ragazzi sono stati molto incoraggianti, mi hanno sostenuto, quindi insieme abbiamo deciso di provare a reimpostare i ruoli anche se non sapevamo esattamente cosa aspettarci.

Come mai la scelta del frontman è ricaduta su di te e non su qualcun altro? L’avete deciso insieme a tavolino oppure era semplicemente la cosa più ovvia da fare?

Ne abbiamo discusso insieme ma a dirti la verità non ci abbiamo messo molto a decidere. Abbiamo anche pensato di mantenere i ruoli invariati e far entrare nella band qualche nuovo musicista a rimpiazzare Tim, alla fine però abbiamo optato per lasciare le cose come stavano e non stravolgere troppo la line up. In questo modo penso che l’identità dei Midlake venga preservata al meglio.

È stato difficile sostituire Tim?

Certo, non posso nascondere che c’è stata un po’ di insicurezza e pressione all’inizio. Lui era l’autore e la voce principale e a volte ho la sensazione che la gente mi stia giudicando ed esaminando. Però alla fine non posso certo permettermi di preoccuparmi troppo del giudizio degli altri, voglio solo essere me stesso, se non piaccio a qualcuno mi spiace ma questo sono io.

midlake_antiphon

Avevate già registrato del materiale per un nuovo disco quando Tim faceva ancora parte della band. Perché avete deciso di non usarlo e di scrivere Antiphon da capo?

Bella domanda. In effetti quando Tim se n’è andato avevamo tanto materiale che avremmo potuto usare per il nuovo album ma abbiamo deciso di non farlo per rispetto verso quella che era la band al momento di quelle registrazioni. Inoltre scrivere cose nuove ci dava la possibilità di mostrare le nostre qualità, far vedere i nuovi Midlake, quello che siamo ora. È stato un modo per dare un taglio netto con la vecchia formazione.

Tim Smith era il compositore principale dei Midlake quindi immagino avrete dovuto reimpostare completamente il vostro modo di scrivere canzoni. È così?

Sì, prima le canzoni le scriveva soprattutto lui e gli altri erano tagliati fuori. Nel momento in cui ho assunto il ruolo di frontman ho voluto che tutti partecipassero alla scrittura, che chiunque avesse la possibilità di esprimersi come meglio credeva. In questo modo Antiphon è frutto della collaborazione di tutta la band. Oltretutto io non sono un compositore prolifico quindi ho avuto bisogno dell’aiuto degli altri, penso che il lavoro collettivo abbia fatto bene alla qualità dell’album.

Ti leggo una frase che hai detto: «Antiphon è la rappresentazione più onesta di tutta la band, piuttosto che il punto di vista di una singola persona». Puoi spiegarmela? Significa forse che gli altri album in qualche modo erano meno “onesti”?

Certo erano onesti, solo che erano il frutto di una band che era lì semplicemente per facilitare le cose ad una sola persona, cioè Tim. Non dico che non sono stato partecipe nella scrittura degli altri dischi dei Midlake o che non ho mai scritto nulla, ma in quel periodo la band esisteva solo per aiutare ed affiancare Tim in quello che voleva fare, era lui la mente di tutto. Con Antiphon invece abbiamo tutti preso parte alla scrittura del disco senza che nessuno fosse messo da parte. Quello che volevo dire è semplicemente questo, rispetto al passato, quando c’erano persone che avevano ruoli più forti rispetto ad altre, ora è tutto molto più equilibrato e condiviso.

Mi parli delle influenze in Antiphon?

Stilisticamente veniamo influenzati da qualsiasi suono a cui siamo esposti, al giorno d’oggi con internet è molto facile, ci sono tanti modi per conoscere nuova musica. Geograficamente invece l’influenza più grande credo sia la nostra casa, Denton in Texas: è una città ricca di persone fantastiche, grandi musicisti, c’è tanta vita e tante vibrazioni positive. Abbiamo anche uno studio e un bar lì!

Non sapevo del bar, interessante! Hai una canzone preferita dell’album?

Forse quella che preferisco è The Old and The Young, è un brano sul crescere e maturare nel modo giusto. Rappresenta bene i Midlake in questo momento: accettare e fare tesoro di quello che eravamo, quello che siamo e quello che saremo come band.

Suonate molto e in tutto il mondo. Che differenze hai notato tra Stati Uniti ed Europa?

È molto diverso per vari motivi. Gli Stati Uniti sono così vasti che ogni Stato è come fosse un paese completamente nuovo, dipende molto da quanto siamo seguiti ed apprezzati in un determinato posto: puoi essere molto popolare in uno Stato, poi magari ti sposti in un altro e non ti conosce quasi nessuno. Ad essere onesti in Europa abbiamo molto più seguito che a casa nostra! Anche i media sono diversi, negli Stati Uniti se ad esempio vai in radio è molto probabile che ti ascoltino solo in quello Stato, non è come nel Regno Unito dove se suoni alla BBC la tua musica la ascoltano su tutto il territorio nazionale.

Com’è suonare senza Tim?

Dopo che lui ha lasciato la band il nostro pubblico è stato molto incoraggiante, ha capito le nostre scelte e ci ha supportato. La gente negli ultimi tempi notava che Tim non era a suo agio sul palco, era palese che non volesse essere lì. Adesso ai concerti sia che suoniamo il nuovo disco sia che suoniamo i vecchi pezzi c’è molta più energia ed interazione tra noi e le persone che vengono a vederci.

A parte i Midlake sei impegnato in altri progetti musicali al momento?

Sì sono sempre alla ricerca di cose nuove e divertenti a cui lavorare. A breve uscirà il nuovo album dell’artista francese Cascadeur in cui cantiamo sia io che Tim! Poi sto lavorando a una raccolta di album: l’idea alla base del progetto è invitare vari musicisti a scrivere e suonare insieme in un disco, farne tanti e farli uscire come fossero una “serie”.

Pubblicherete qualcosa di speciale per il prossimo Record Store Day? 

Assolutamente sì, anche se onestamente ora non ricordo bene cosa! Amo i vinili, ne ho una grossa collezione a casa, mi piace come suonano, mi piace l’estetica che hanno ed il fatto che non puoi saltare le canzoni e sei “costretto” ad ascoltarli tutti dall’inizio alla fine. La trovo una cosa romantica!

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