Ricordate la recensione di Nothing Was the Same di Drake firmata da Ezra Koenig dei Vampire Weekend? Ecco arrivare il prossimo capitolo della serie di recensioni a cura di musicisti di The Talkhouse: Annie “St. Vincent” Clark ha recensito Reflektor degli Arcade Fire (che potete ascoltare qua in streaming).
Nella recensione, la Clark parla di alcune delle cose che Reflektor l’ha spinta a cercare su google (“Band rock con frontman uomini e molto alti”, “porno”, “Seymour Stein è ancora vivo?”), se ne esce con commenti entusiastici in maiuscolo sulle sue canzoni preferite (“FLASHBULB EYES”) e si chiede se Nile Rodgers risponderà o meno ai suoi tweet. Sempre in caps lock, arrivano commenti come:
[quote]IL TONO DI BASSO DI ‘HERE COMES THE NIGHT TIME’ È SUPERFIGO! PERVERSO! COME UNA CHIATTA CHE CARENA CONTRO UN ICEBERG! LA FINE È INEVITABILE![/quote]
Il tutto si conclude con parole decisamente positive:
[quote]Gli Arcade Fire hanno pubblicato un album che chiarisce il nostro costante vacillare psichico tra iper-connessione e completa disconnessione. Ci chiedono di essere consci della nostra curva dell’attenzione fratturata/psiche/collegamento con la nostra umanità. Evitano con estrema grazia i cliché da rock-di-Norimberga (‘Hey!’) sostituendoli con uno squallore, un’ansia e un patos su cui possiamo ballare. Reflektor è un disco estremamente rappresentativo del 2013 che pone domande esistenziali come ‘Dove siamo adesso?’ e, ciò che più conta, ‘Dove stiamo andando a finire?’ Nelle parole di Joe Strummer, ‘Dritti all’inferno, ragazzi.'[/quote]
Potete leggere la recensione per intero, in inglese, a questo link. Qua sotto, invece, potete guardare il video di Cheerleader di St. Vincent.